Approvata la Riforma Pensioni: cos'è e come funziona la RITA

Riforma pensioni: dopo l’APE, la RITA

La riforma pensioni targata Renzi è legge, ed entrerà in vigore a partire dal primo maggio 2017.

Informarsi è d’obbligo: la riforma cambia molte cose. Due delle principali novità sono l’Ape, l’anticipo pensionistico, (di cui ti parliamo qui)  e la RITA, di cui parleremo in questo articolo.
Se quindi vuoi capire come cambia il mondo delle pensioni nel 2017, continua a leggere.

Cos’è la Rita della riforma pensioni e a chi è destinata

La Rendita Integrativa Temporanea Anticipata ( RITA ) della riforma pensioni è una forma di flessibilità in uscita per la pensione anticipata: se scelta, consente di anticipare di 3 anni e 7 mesi l’uscita dal mercato del lavoro. I requisiti principali per accedervi sono tre:

  1. Come per l’anticipo pensionistico, avere più di 63 anni ed essere lontani dalla pensione al massimo 3 anni e 7 mesi, con almeno 20 anni di contributi già versati.
  2. Aver aderito a forme di previdenza complementare, come fondi pensione e piani individuali pensionistici (ad esclusione di quelli istituiti prima del 1993, in regime di prestazione definita).
  3. Avere una pensione non inferiore a 1,4 volte l’importo minimo Inps, circa 700 lordi al mese (Il sole 24 Ore).

Potranno accedere alla RITA della riforma pensioni sia i lavoratori del settore pubblico che quelli del privato in possesso dei requisiti menzionati.

Come funziona

In sostanza, con la RITA della riforma pensioni il lavoratore sceglie di utilizzare il capitale già presente nel suo fondo pensionistico per finanziare l’uscita anticipata dal lavoro.

La RITA può essere impiegata per ripagare parzialmente il finanziamento richiesto per l’anticipo pensionistico APE. Il vantaggio è quello di poter ridurre, se non dimezzare, il prestito bancario previsto dall’Ape della riforma.

E se il lavoratore non desidera aderire all’APE, la Rita potrà comunque essere richiesta.

La tassazione

Contrariamente all’anticipo pensionistico, la Rita della riforma pensioni sarà tassabile dall’Irpef. Il prelievo fiscale ammonterà ad una percentuale tra il 15 e 9%: l’aliquota base è del 15%, ma verrà ridotta del 2% per ogni anno di adesione al fondo pensionistico eccedente il 15 esimo, fino ad un massimo di 6 punti, arrivando quindi all’aliquota minima del 9%.

Conviene, secondo te? Diccelo in un commento.

La RITA e l’APE non sono le sole due misure introdotte dalla riforma. All’appello mancano la quota 91 e la quota 96, di cui parleremo nei prossimi articoli.

 

 

 

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