Riforma pensioni 2022, cosa ci sarà dopo Quota 100?

Riforma Pensioni 2022
Le novità sulla riforma pensioni

Si va verso una Riforma pensioni 2022, ma cosa prevede? Sembra ormai assodato che il sistema pensionistico conosciuto come “Quota 100” terminerà con lo scadere del triennio di sperimentazione il 31 Dicembre 2021. Lo ha annunciato il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, presentando il Rapporto Ocse. Non è ancora chiaro, però, quali correttivi metterà in campo il governo Draghi per scongiurare il ritorno alla tanto contestata Legge Fornero.

L’Ocse boccia Quota 100: “troppo costosa”

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico si è espressa duramente contro la riforma quota 100. L’obiettivo dell’Ocse è la promozione di politiche volte a migliorare il benessere economico e sociale dei cittadini, nel rispetto della stabilità finanziaria.

Nel rapporto sulla situazione economica italiana dello scorso 6 settembre, ha espresso l’esigenza di una riforma pensionistica 2022. Secondo l’Ocse, se l’Italia adottasse su base permanente Quota 100 la spesa pensionistica registrerebbe un aumento di 11 punti percentuali del PIL tra il 2020 e il 2045.

La riforma delle pensioni 2022 dovrà tenere conto dell’aumento dell’aspettativa di vita e dell’impossibilità di abbassare eccessivamente l’età pensionabile. L’impatto dell’invecchiamento demografico sui bilanci dello Stato, è stato contenuto, sempre secondo l’Europa, da una serie di riforme messe in atto dal 2011 (Legge Fornero compresa), che hanno aumentato l’età pensionabile in proporzione all’età media della popolazione.

È davvero un addio per Quota 100?

Licenziata dal primo governo Conte, Quota 100 ha introdotto, per il triennio 2019-2021, la possibilità di andare in pensione per chi abbia almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi versati. Ora però l’Ocse ci chiede di non prorogare l’esperimento.

Non tutta la maggioranza è favorevole a salutare Quota 100. Per la Lega di Matteo Salvini, la misura dovrebbe essere prorogata almeno fino al 2022. Allo stesso tempo però, tutte le forze politiche sembrano escludere un ritorno alla Legge Fornero.

La riforma pensionistica più criticata dagli italiani prevedeva il calcolo della pensione in base a quanto versato dal lavoratore (una decisa svolta in senso contributivo), senza tener conto dell’ultimo stipendio percepito (il cosiddetto retributivo). Le conseguenze più dolorose per i cittadini sono state senza dubbio: l’innalzamento dell’età pensionistica di uomini e donne e la situazione degli esodati.

Riforma pensioni 2022, ecco le previsioni

Se non ci saranno interventi in Finanziaria, dal 1 Gennaio 2022 tornerà ad applicarsi la normativa ordinaria per le pensioni anticipate e per quelle di vecchiaia. Vediamo brevemente cosa prevede:

  • Pensione di vecchiaia – serviranno 67 anni di età e 20 anni di contributi;
  • Pensione anticipata – per gli uomini occorrerebbero 42 anni e 10 mesi di contributi, per le donne un anno in meno;
  • Lavoratori precoci – dovrebbero aver versato 12 mesi di contributi prima di compiere 19 anni e raggiungere un totale di 41 anni di contributi;
  • Pensione anticipata contributiva – si ottiene con 64 anni di età e 20 anni di contributi, purché versati almeno dal 1996;
  • Pensione di vecchiaia contributiva – si raggiunge a 71 anni di età, con almeno 5 anni di contributi versati a partire dal 1996.

La Riforma pensioni 2022 non è ancora definitiva

È doveroso sottolineare come il dibattito sulla riforma delle pensioni sia ancora all’inizio. A dichiararlo è lo stesso Ministro del Mef, Franco. L’obiettivo è giungere ad una riforma pensionistica condivisa, che tenga conto delle esigenze delle diverse parti sociali.

Tra gli obiettivi, infatti, c’è la necessità di garantire un’adeguata flessibilità in uscita dal mondo del lavoro, introducendo dei meccanismi di premialità per le donne. Punto focale nella trattativa tra Governo e Sindacati è il ricalcolo contributivo. I sindacati vorrebbero preservare la quota retributiva eventualmente maturata, per evitare penalizzazioni: la mancanza di correttivi, potrebbe incidere fino al 30% sul calcolo della pensione.

Altro tema al centro del dibattito riguarda le pensioni dei giovani. L’obiettivo è assicurare una pensione adeguata a quella larghissima fetta di popolazione che ha vissuto lunghi periodi di disoccupazione, carriere discontinue e stipendi bassi.

La compilazione del form di richiesta preventivo equivale a manifestazione del consenso, alla ricezione di preventivi di finanziamento e a materiale informativo precontrattuale.

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