In ballo ci sono le sorti dell’istituto di credito più antico del mondo, 26 mila posti di lavoro e il destino di oltre 5 milioni di piccoli risparmiatori.
Le ultime news parlano di un salvataggio a firma statale, ancora in forse per via delle consultazioni sul nuovo governo.
Ma di certo c’è solo che su MPS circolano moltissime notizie, spesso in “finanziese”, e ci si capisce poco.
In questo articolo esaminiamo punto per punto il piano industriale MPS: praticamente quello che Marco Morelli (amministratore delegato) e company hanno in programma di fare per il salvataggio.
L’approvazione del piano
Il consiglio di amministrazione del gruppo ha approvato all’unanimità il piano industriale MPS per il triennio 2016-2019 lo scorso 28 novembre.
Il documento prevede tutte le misure da adottare per far fronte alle perdite – 849 milioni nei soli primi 9 mesi del 2016 – e provvedere al salvataggio dell’istituto bancario più antico del mondo.
Le notizie, tante, sono state accolte dai mercati finanziari con la fluttuazione del titolo in borsa: dopo un’apertura in volata con il titolo in rialzo del 20,1%, il calo è stato del 6.6% nella giornata del 28.
Il piano industriale MPS, la struttura
La firma in calce è di Marco Morelli, amministratore delegato (ad) dal 15 settembre. Il nuovo piano industriale MPS prevede un aumento di capitale di 5 miliardi in tre componenti: la prima, da dedicare ai titolari dei bond subordinati per la conversione dei titoli di debito in azioni, la seconda destinata in opzione agli attuali azionisti, e l’ultima per i cornerstone investor – investitori che vogliano acquistare partecipazioni consistenti della banca. (Ansa) Su questo fronte, l’ad sembra aperto a valutare le opzioni che si presenteranno.
Le misure
Nel piano industriale MPS l’aumento servirà a coprire la cessione di 4.8 miliardi di sofferenze. Con un deconsolidamento totale di 27,6 miliardi, i crediti inesigibili verranno infatti venduti ad un ente di cartolarizzazione, Sec.co. Il ricavo dovrebbe attestarsi sui 9,1 miliardi, un terzo del loro valore. Nell’operazione parteciperà anche il Fondo Atlante per un totale di circa 1,6 miliardi. (Il Fatto Quotidiano)
La ristrutturazione
Nel comunicato ufficiale che annuncia l’approvazione, la banca elenca anche i provvedimenti per procedere alla ristrutturazione interna. Il piano industriale MPS prevede nuovi tagli al personale di circa 1400 unità, che si uniscono ai 1200 varati nel piano dell’ex ad Viola, con l’annessa chiusura di 500 filiali sul territorio. I tagli, si legge nel comunicato, saranno ottenuti mediante incentivi al pensionamento anticipato, volontario, e turnover naturale. A confermarlo è Lando Sileoni, segretario generale della Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani, organizzazione sindacale di settore) che si dice fiducioso nella riuscita del piano industriale MPS.
A sostenere le uscite anticipate saranno un fondo di solidarietà e – forse – parte del fondo esuberi di quasi 650 milioni di euro (ripartiti progressivamente in 5 anni fino al 2021) incluso nella manovra fiscale per il 2017.
Piano industriale Mps: la riorganizzazione
Alla ricapitalizzazione si affiancano misure di razionalizzazione interna: netta separazione delle divisioni Commerciale e Credito, nuovo sistema di segmentazione sistematica del portfolio per aumentare l’accuratezza nell’individuazione dei potenziali insoluti. Come visto, cessione degli inesigibili e delle sofferenze. Il risultato dovrebbe essere un abbassamento del rischio di default dal 2.9% all’1.9%. (Comunicato ufficiale MPS).
Il consorzio di garanzia
Ad assistere l’istituto nella ricapitalizzazione è un consorzio di garanzia costituito dalle banche BofA Merrill Lynch, Banco di Santander, Citigroup, Goldman Sachs, Deutsche Bank e Jeffries. Mediobanca e Jp Morgan capofila. Morelli ha annunciato oggi che nel caso in cui la ricapitalizzazione fallisse, le banche della cordata non incasseranno commissioni.
Intanto l’Istituto Centrale della Banche Popolari Italiane ha avanzato una proposta di 520 milioni per acquisizione delle attività di Merchant Acquiring. Il Cda ha concesso un periodo di esclusiva sino al 31 dicembre.
I numeri del piano industriale MPS
Ritorno all’utile nel 2018, con ricavi in aumento del 5% per il 2018 e del 4.3% per il 2019: questi i numeri del piano industriale MPS. Secondo alcune fonti (Libero) partirà il 7-8 dicembre; altre (Corriere della Sera) riportano più probabilmente il 12. Certo è che si attenderà l’esito del Referendum Costituzionale del 4 Dicembre.
La strada giusta, secondo voi?
Ricapitalizzazione per 5 miliardi, razionalizzazione del network di filiali e decurtazione di 2600 posti di lavoro.
Sarà questa la formula per il salvataggio di Monte dei Paschi? Aspettiamo i vostri commenti.