Ape social: ancora novità per il pensionamento anticipato.
La riforma pensioni precoci 2017, in vigore dal 1 maggio 2018, porta una serie di novità importanti per il mondo del lavoro.
Negli scorsi articoli ti abbiamo parlato di alcune delle misure della riforma dedicate ai lavoratori vicini al pensionamento, come la Rita, la Quota 91 e 46, e quelle dedicate ai lavoratori occupati in mansioni usuranti e gravose.
In questo articolo, invece ci concentriamo su un’altra introduzione centrale della riforma: l’Ape social.
Ape social: cos’è
L’Ape social è una delle tre tipologie di anticipo pensionistico (Ape), introdotte dalla riforma pensioni precoci 2017.
In sostanza, l’anticipo pensionistico è un finanziamento richiesto volontariamente dal lavoratore tramite l’INPS e che gli consente di anticipare le mensilità della pensione per un massimo di 3 anni e 7 mesi. Una volta maturato il termine per l’età pensionabile, il finanziamento sarà restituito con trattenuta diretta sulla pensione. Per saperne di più, ti rimandiamo agli articoli dedicati all‘Ape volontaria e a una piccola guida sulla riforma integrale.
L’Ape social è interamente a carico dello Stato, che la corrisponde via INPS sino al raggiungimento dell’età pensionabile.
Ape social: destinatari
Possono accedere all’ape social tutte le tipologie di lavoratori autonomi, privati e pubblici, iscritti alla gestione separata che abbiano i seguenti requisiti generali:
- disoccupati che da 3 mesi abbiano finito di percepire l’indennità di disoccupazione;
- lavoratori che da almeno 6 mesi al momento del richiesta dell’ape social assistono coniugi o parenti di primo grado conviventi con handicap gravi;
- invalidi civili con grado di invalidità pari o superiori al 74%.
Per la categoria dei disoccupati, l’indennità di disoccupazione deve essere correlata a licenziamento (anche collettivo), dimissioni per giusta causa, risoluzione consensuale con procedura di conciliazione obbligatoria.
Ulteriori categorie che possono presentare domanda per l’ape social sono costituite da lavoratori dipendenti che almeno da sei anni svolgano mansioni rischiose e difficoltose, fra le quali:
- Operai di industrie estrattive, settore edile
- Conducenti di gru, macchinari per la perforazione
- Conciatori
- Conducenti di treni e personale viaggiante
- Conducenti di camion/mezzi pesanti
- Personale infermieristico/ostetrico
- Badanti e assistenti a persone non autosufficienti
- Insegnanti dell’asilo e educatori asili nido
- Facchini e addetti spostamento merci
- Personale addetto ai servizi di pulizia
- Operatori ecologici e separatori di rifiuti
Ape social: i requisiti
Se appartieni alle categorie di lavoratori occupati nelle mansioni difficoltose indicate nella sezione precedente, per accedere all’ape social sono richiesti almeno 36 anni d’età contributiva.
Per tutte le altre categorie, sono necessari 63 anni di età anagrafica e 30 anni di anzianità contributiva, con termine per il pensionamento lontano massimo 3 anni e 7 mesi.
Nota bene: l’ape social presenta alcune incompatibilità. Se vuoi accedervi, devi:
- Aver cessato qualsiasi tipo di rapporto di lavoro – restano ammessi redditi da lavoro subordinato o parasubordinato con tetto massimo di 8000 euro annui e da lavoro autonomo di 4000 euro annui.
- Non essere titolare di pensione diretta.
- Non percepire indennità di disoccupazione involontaria come ASDI o indennità per la cessazione di attività commerciale.
Ape social: come funziona
L’ape social viene corrisposta dall’INPS in 12 mensilità annuali fino al termine dell’età pensionabile.
L’importo dell’indennità è determinato sulla base della pensione calcolata al momento della presentazione della domanda. L’importo sarà di:
- 1500 euro (se la pensione calcolata al momento della domanda risulta superiore ai 1500 euro).
- 1 mensilità della pensione (se la pensione risulta inferiore o pari a 1500 euro).
Due cose importanti che devi tenere a mente: primo, l’importo dell’indennità non verrà rivalutato di anno in anno.
Secondo, l’ape social è una misura sperimentale. Attualmente sono stati stanziati 300 milioni di euro per l’anno 2017 e 609 milioni di euro per l’anno 2018. Se il totale dei benefici erogati dovesse superare queste soglie, l’importo dell’ indennità potrebbe essere ricalcolato sulla base di requisiti previsti dal Consiglio dei Ministri.
Ape social: come fare domanda
La domanda dovrà essere presentata direttamente all’INPS. Ulteriori dettagli sulla documentazione e sulla procedura esatta sono in fase di definizione.
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