Molti paragonano il lavoro dipendente a una gabbia, a una prigione da vivere giorno dopo giorno. Il motivo? La presenza di un superiore, dei colleghi che portano sempre qualche critica, la terribile routine degli orari e della puntualità.
Certo, il lavoro dipendente è sinonimo di regolarità. Ci sono delle norme da rispettare, che non hai deciso tu e che sono state imposte dall’alto. Non puoi fare altro che osservarle e, magari, maledirle quando arriva il rimprovero del capo.
Ma una persona intelligente guarda sempre il lato positivo di ogni cosa. E ti assicuriamo che il lavoro dipendente, oggi, in Italia, ne ha ancora molti. Forse ti mancano gli esempi concreti per accettare questa piccola verità: ne abbiamo scelti cinque.
1. Fai il tuo lavoro
Certo, ci sono casi specifici e situazioni che ribaltano questa tesi. Ma in linea di massima il lavoratore dipendente ha un compito ben preciso, e viene pagato per svolgerlo. Soprattutto nelle pubbliche amministrazioni. Esempio classico: l’insegnante. Ovvero un impiego importante ma ben delineato.
Il freelance, invece, ha un compito diverso: deve badare alla sua attività, e lo deve fare a 360 gradi. Non può ignorare quello che succede nel settore contabile e deve occuparsi in prima persona della pubblicità. Deve trovare nuovi clienti e deve curare la comunicazione con quelli che ha già segnato in agenda.
Il dipendente? Ha la sua scrivania, i suoi compiti da svolgere, i suoi impegni. Non è un buon motivo per amare questa dimensione? Bene, andiamo avanti.
2. Stipendio garantito
Hai un contratto e una firma. Tutto questo ti permette di assicurare il tuo stipendio in banca con una certezza quasi totale. Il “quasi” è d’obbligo perché la situazione attuale in Italia (ma non solo) non è delle migliori, però i patti sono chiari.
Il lavoratore indipendente, invece, non ha certezze. Ogni cliente è in bilico, ogni fattura deve essere combattuta fino all’ultimo giorno per essere pagata. Devi conquistare nuovi clienti, certo, ma devi anche inseguire quelli che hanno deciso di non retribuire il tuo operato.
Lo sai cosa significa tutto questo? Stress, conti in disordine, nottate di lavoro extra sulle carte del commercialista…
3. Boss moltiplicato
Uno dei grandi miti: il freelance non ha superiori. E qui ti sbagli perché ne ha un numero pari a quello dei clienti. E ognuno vuole un lavoro eseguito a regola d’arte, per questo il freelance dovrà rispettare tutte le consegne.
In più dovrà trovare una soluzione economica per ogni cliente, proporre sconti e stimolare nuovi lavori per accrescere gli introiti. Per il freelance vuol dire moltiplicare gli sforzi, soddisfare le esigenze di tante persone differenti. E non è un obiettivo semplice.
4. Maggiori garanzie
Lo stipendio garantito (o almeno garantito all’interno del contratto) è una marcia in più per il dipendente che ha bisogno di un prestito. Banche e finanziarie possono far riferimento ai soldi che il lavoratore riceve mensilmente e attuare la classica cessione del quinto, sicura e immediata grazie al passaggio diretto tra il datore di lavoro e l’istituto.
I dipendenti statali, inoltre, hanno delle agevolazioni perché possono chiedere anche dei prestiti all’INPDAP (ora INPS) che offre dei tassi molto agevolati. In questi casi, però, è giusto informarsi e confrontare soluzioni differenti. Mai fermarsi al primo step quando si cerca un prestito.
Queste sono solo 4 riflessioni che ci portano a sottolineare i vantaggi del lavoro dipendente: essere freelance vuol dire avere maggiori libertà, ma anche responsabilità non facili da elaborare. Tu sei d’accordo?